ASPETTI GENERALI

Il Guyot è una forma di allevamento a tralcio rinnovabile che si utilizza prevalentemente in ambienti con fertilità medio-bassa e con obbiettivi qualitativi da medi a elevati. Infatti è soprattutto diffuso in collina, negli ambienti meridionali ed in tutte quelle Aziende che producono vini di qualità.

 TIPOLOGIE

Le varianti del Guyot sono:

  • Classico (Singolo o Doppio)
  • Modificato (Singolo o Doppio)

Il Guyot Classico si preferisce al Modificato nei casi in cui si raggiungono gli obbiettivi produttivi prefissati senza la necessità di recuperare qualche gemma con la piegatura e per le cultivars che presentano un germogliamento ottimale ed uniforme lungo il tralcio produttivo senza bisogno della curvatura

Esempio:

Cultivar: Merlot

Località: collina dell’Italia centrale

Obbiettivo produttivo: 2,00 kg./ceppo

Ipotizzando un peso medio per grappolo di 170÷200 gr. ed una fertilità reale di 1,5÷1,7 ci rende conto conto che sono necessarie 6÷8 gemme. Con tali gemme l’archetto è molto corto e garantisce un ottimo germogliamento anche se posto in posizione orizzontale per cui è opportuno adottare il Guyot Classico.

Il Guyot Singolo si preferisce al doppio quando si opera con varietà non molto vigorose, nelle situazioni meno fertili (distanze più ridotte sulla fila) e con esigenze produttive per ceppo non elevate (numero di gemme per ceppio medio-basso).

Da ricordare che la gestione primaverile-estiva dei germogli è più semplice e razionale nel Guyot Classicorispetto al Modificato in considerazione del diverso orientamento e posizionamento delle gemme.

SESTO D’IMPIANTO

Distanza tra le file

Ci sono due possibilità:

  • Meccanizzazione tradizionale: in questo caso si calcolano 80÷10 cm. di rispetto totali tra la misura della distanza tra i filari e la larghezza del cantiere di macchine. per cui la misura varia da 2,00 mt a 2,70 mt
  • Meccanizzazione con scavallanti: in questo caso la distanza tra i filari, a seconda delle situazioni, può variare da un minimo di 1,00 mt a 1,80 mt Infine è opportuno ricordare che la distanza tra i filari deve essere uguale o superiore all’altezza della parete fogliare.

Esempio 1

Varietà: vigoria buona

Ambiente: collinare del centro-sud

Impianto: Guyot Singolo Classico

Cantiere di macchine: larghezza 1,30 mt

Sesto d’impianto consigliato: 2,00÷2,20 mt tra le file e 0,70÷0,80 mt sulla fila.

Esempio 2

Varietà: vigorosa

Ambiente: pianura del nord

Impianto: Guyot Singolo Modificato

Cantiere di macchine: larghezza 1,60 mt

Sesto d’impianto consigliato: 2,50÷2,60 mt tra le file e 1,00 mt sulla fila.

Distanza sulla fila

La disposizione delle barbatelle sulla fila deve essere il punto di equilibrio tra un razionale sfruttamento dello spazio da una parte ed un adeguato equilibrio vegetativo del sistema dall’altra. Infatti, a parità di distanza tra le file e di gemme ad ettaro, un maggior numero di piante sulla fila riduce la produzione per ceppo ed aumenta la qualità dell’uva.

Tutto questo è valido però solo se si raggiunge un ottimo equilibrio della espressione vegeto-produttiva del sistema vigneto.

Per cui, in sintesi, si può così riassumere:

  • Guyot Singolo: 0,70÷1,10 mt
  • Guyot Doppio: 0,90÷1,40 mt

MECCANIZZAZIONE

Nelle diverse forme di allevamento che prevedono di sollevare i nuovi germogli, a parità di sesto d’impianto, la differenza principale nei costi di gestione riguarda la potatura secca.

Nel caso del Guyot non ci sono al momento soluzioni che permettano di eseguire una reale pre-potatura meccanica. Per cui da questo punto di vista, il Guyot è una forma di allevamento che ha il limite di presentare un notevole carico di lavoro invernale non meccanizzabile.

Alcune considerazioni sull’uso dei pali metallici CONSORTIUM

Per quanto concerne una più favorevole meccanizzazione molto interessante è la soluzione che prevede l’utilizzo dei pali metallici (zincati a caldo, pre-zincati, con copertura Zinco-Magnesio, tipo corten, acciaio inox).

Infatti questo tipo di palificazione presenta una serie di vantaggi cosi riassumibili:

  • Sezione ridotta e notevole elasticità per cui sono ideali per una buona vendemmi meccanizzata;
  • Possibilità di gestire in maniera modulare, economica e personalizzata lo spazio in verticale. Infatti questi pali permettono di fissare i fili (fissi o mobili) ogni 10 cm. senza necessità di utilizzare altri accessori (legacci, chiodi, staffe, ecc.) i quali costano sia come materiali che come manodopera per installarli ed inoltre vincolano a certe misure per tutta l’età del vigneto;
  • Occupano poco spazio;
  • Facili e più economici da distribuire e mettere a dimora;
  • Lunga durata e quindi nessun costo di manutenzione. Questo aspetto è importante specialmente rispetto al tutore in legno il quale comunque, nell’arco della vita di un vigneto, richiede una quota di sostituzione.

Una ulteriore considerazione generale sui pali metallici che merita di essere approfondita è il tipo di profilo del palo stesso. Sono senz’altro da preferire i profili lisci (asole interne) rispetto ai profili con le alette esterne. Infatti queste alette sono un elemento di forte usura per i battitori delle vendemmiatrici ed inoltre, per il tipo di conformazione presentano un punto critico di debolezza strutturale alla loro base per cui, nel tempo, possono prima incrinarsi e poi staccarsi dal palo stesso. Infine, nei vigneti “a ritocchino” e nelle zone ventose. Con profili ad alette esterne i fili tendono più facilmente a fuoriuscire dalla loro posizione.